Ortofoto

Unitamente ai sistemi a scansione laser, è sempre maggiore, per il rilievo architettonico e di manufatti, il ricorso alle nuove tecniche fotogrammetriche digitali, che permettono di estrapolare le informazioni metriche a partire da una o più immagini fotografiche di un elemento architettonico.

Grazie allo sviluppo e alla diffusione di fotocamere digitali sempre più performanti, la fotogrammetria si può considerare una valida alternativa alla tecnica del rilievo a scansione con laser. Un aspetto che ha contribuito alla diffusione delle metodologie fotogrammetriche, è quello riguardante i costi della strumentazione impiegate ( le fotocamere digitali, gli obiettivi, gli accessori ed i relativi software) decisamente inferiori rispetto ad una metodologia laser scanner. La fotogrammetria digitale richiede di contro un sapiente uso di competenza e di esperienza da parte dell’operatore, nel realizzare un preliminare progetto fotogrammetrico, sia nell'acquisizione degli scatti fotografici, e nella suggestiva gestione ed elaborazione delle immagini.

La fotogrammetria è classificata e suddivisa in funzione della distanza di ripresa rispetto all'oggetto del rilievo.

Fotogrammetria "degli Oggetti vicini" (In inglese, Close Range Photogrammetry). Molto utilizzata per il rilevamento su distanze da 1m a 30m, con basi stereometriche da 0,30m, 1,20m ed oltre. Campi d'impiego: studi per lo sviluppo urbanistico di aree dismesse o da riqualificare, indagini strutturali e creazione di modelli 3D di edifici ed infrastrutture, studi antropologici e zootecnici, indagini giudiziarie, restauro artistico di sculture e monumenti, rilievo di incidenti stradali, misurazioni d'alta precisione in officina, ecc.

Nell'ambito architettonico si ricorre comunemente alla fotogrammetria-terrestre (detta appunto fotogrammetria architettonica) in cui la distanza di ripresa è in generalmente abbastanza modesta; caratterizzata da una distanza tra il sensore e l'oggetto da osservare al massimo di qualche decina di metri. Questa tecnica utilizzata principalmente per il rilievo architettonico (rilievo che, comunque, è possibile integrare anche con il Laser Scanner) e per la taratura e la calibrazione degli strumenti per le riprese da aereo.

Fotogrammetria da UAV , anche detto Aeromobile a pilotaggio remoto(APR) o UAV, (vedasi sezione dedicata) che viene realizzata montando differenti sensori (camere ottiche, termocamere, sensore multi spettrale, ...) di dimensioni ridotte sui sistemi utilizzati.

Per garantire un buon livello qualitativo del prodotto finale, sarà necessario seguire una procedura di calibrazione del sensore per tenere in conto, durante l'elaborazione dei dati, di eventuali correzioni geometriche. Questa tecnica è utilizzata principalmente per rilevamento del territorio, allorché, per eseguire gli scatti fotografici da una certa quota, sia necessario l’utilizzo di aeromobili, satelliti o droni.

Inoltre gli Aeromobili a pilotaggio remoto (APR) permettono di acquisire dati in scenari applicativi quali l'agricoltura, il monitoraggio di impianti industriali, il telerilevamento e altri ancora.


Da una singola immagine fotografica, sfruttando i principi della geometria proiettiva, è possibile realizzare un “fotopiano”, un elaborato utile alla do-cumentazione metrica di estese superfici piane come prospetti, soffitti o pavimentazioni. La realizzazione di un fotopiano si basa sulla elaborazione e trasformazione di un fotogramma da una proiezione prospettica a una proiezione ortografica. Affinché tale trasformazione sia possibile è necessario identificare nello spazio la posizione di almeno cinque punti, e che essi siano riscontrabili sia sul fotogramma che sull’oggetto rilevato: tali punti, indicati da opportuni segnali (marker) o identificati da punti naturali, vengono ge-neralmente misurati con strumentazioni topografiche. Un’ulteriore condizione necessaria per la realizzazione di un fotopiano metricamente corretto è data dalla conoscenza dei parametri intrinseci della fotocamera come la distanza focale e la posizione del punto principale, la dimensione del fotogramma, le distorsioni indotte dalle lenti dell’obiettivo ecc.

In casi, assai frequenti, in cui la distanza di presa non sia sufficiente ad acquisire con un unico fotogramma l’intero elemento architettonico nella sua estensione, si rende necessario il ricorso al fotomosaico, realizzato mediante la giustapposizione di più fotopiani. Per il rilievo di superfici complesse o spazi architettonici articolati si fa ri-corso alla “fotogrammetria stereoscopica” che consente di ricavare le co-ordinate spaziali (xyz) di un punto se questo è visibile contemporaneamente in almeno due o più fotogrammi scattati da altrettanti distinti punti di ripresa. La fotogrammetria stereoscopica si definisce, in base alla metodologia di ripresa dell’oggetto, in fotogrammetria con prese “ad asse parallelo”,quando la fotocamera viene orientata mantenendo l’asse di mira parallelo tra una scatto e l’altro, e fotogrammetria “a prese convergenti”, quando gli scatti sono eseguiti spostandosi attorno a un oggetto e mantenendo il punto di mira rivolto costantemente verso quest’ultimo.

L'ortofotoproiezione invece è spesso utilizzata per rappresentare in prospetti bidimensionali elementi architettonici molto complessi come volte, cupole, chiese barocche ecc.

La creazione di una ortofoto è l'unione delle informazioni radiometriche di un'immagine alla vista ortogonale di un modello tridimensionale. In altre parole per ottenere una ortofoto dobbiamo disporre di una foto, della descrizione geometrica dell'oggetto rappresentato nella foto e dobbiamo conoscere quale relazione intercorre tra la foto ed una serie di punti espressi nello sistema di riferimento del modello 3D.

In gergo si dice che una ortofoto è possibile se si dispone di un DEM (Digital Elevation Model) e di una foto orientata. A differenza del raddrizzamento, l'ortofoto è effettivamente una proiezione ortogonale, da cui scompaiono gli elementi d'altezza (che giacciono sul piano perpendicolare alla vista).

L'ortofoto digitale a colori è lo stadio più recente dell'evoluzione delle metodologie di rappresentazione del territorio e si impone, per efficacia, rapidità ed economicità, come strumento imprescindibile per la costituzione o l'integrazione e l'aggiornamento della base di riferimento di un Sistema Informativo Territoriale.

Essa è ottenuta attraverso sofisticate elaborazioni digitali delle fotografie aeree e si caratterizza : per l'immediatezza, l'attualità e la ricchezza del contenuto informativo per la precisione geometrica paragonabile a quella propria di cartografie di pari scala per la flessibilità di gestione all'interno di un sistema informatico.
Gli utenti primari possono essere individuati tra chi si occupa di ambiente, idrografia, agricoltura, catasto, pianificazione urbanistica, lavori pubblici, difesa ed uso del suolo, protezione civile, ecc. L'ortofoto digitale risulta inoltre essere meno costosa e di più rapida producibilità rispetto alla carta convenzionale, integrando in modo efficace le principali caratteristiche basilari delle foto aeree (contenuto informativo) e della carta convenzionale utilizzata (contenuto metrico).